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Anche questo comune, come quello di Solbiate, vide una certa espansione in epoca industriale. Infatti erano presenti sul suo territorio diversi mulini ad acqua (molendina), che dapprima vennero sfruttati per l’attività di macina e in seguito per la produzione di energia idrica. Dall’inizio del XIX secolo in tutta la vallata ebbe inizio la corsa al “rodigino”, dove tutti i borghesi arricchiti si gettarono rapidamente nell’acquisto di questa nuova forza di sfruttamento energetica che furono i mulini per trasformarla in un’attività non solo agricola, ma anche industriale. L’espandersi della zona industriale solbiatese ed alcune modifiche viarie incorse verso la metà del 1800 portarono all’isolamento geografico ed economico della zona valligiana di Gorla Maggiore.
I mulini diventarono così abitazioni per numerosissime famiglie che vissero in totale tranquillità fino all’arrivo della linea ferroviaria della Valle Olona nel 1907.
A testimonianza della sua storia il paese possiede tre chiese costruite in epoche diverse: la chiesa dei Santi Vitale e Valeria di epoca medievale, la chiesa di San Carlo di epoca seicentesca e la chiesa di S. Maria Assunta costruita tra il XIII e il XIX secolo.
La chiesa dei Santi Vitale e Valeria sorge isolata dall’abitato, precisamente a 710 metri dal Canton Lombardo con la facciata rivolta a occidente al tramonto. È possibile individuare le tre fasi della costruzione guardando il lato sud: una planimetria del 1580, infatti, ha permesso di ricostruire la chiesa nella sua forma originaria. Dai recenti interventi di restauro è emerso che nel XVII secolo è stata demolita l’abside romanica per allungare l’edificio e realizzare un presbiterio quadrato. Due le due tombe ritrovate, delle quali però non è stato ancora possibile studiare i reperti, che sembrano risalire al medioevo anche se non si è in possesso di elementi per una sicura datazione. È stato rinvenuto anche un frammento di muratura, che presenta sull’intonaco una decorazione affrescata a motivi floreali di colore verde-rosso, tipici del tardo romanico. Diversi anche se non conservati in buono stato, gli affreschi che sono stati trovati intonaci e un sottile velo di grassello di calce (palliato dopo la peste del 1630 per sterilizzare le pareti).
La chiesa di San Carlo presenta una forma caratteristica: una sola navata divisa in tre campate con l’abside quadrata e rivolta verso oriente. Progettata dall’architetto Giovanni Battista Bombarda, di cui si conosce anche il progetto per Santa Maria della Fontana a Milano, ha un campanile alto 29 metri che conferisce al complesso un particolare slancio. L’architettura dell’interno è molto semplice. Il presbiterio ha delle decorazioni affrescate dal Nicora verso la fine dell’Ottocento. Sulle pareti ci sono 12 nicchie, di cui soltanto sei occupate da statue degli apostoli.
La chiesa di Santa Maria Assunta, la chiesa Parrocchiale. La prima notizia riguardante la Parrocchiale risale ad alcuni documenti che sono stati trovati nella biblioteca del capitolo di San Lorenzo di Milano e che risalgono al 1147 e 1176. Ma la chiesa che si vede oggi risale al 1850: della precedente è rimasto solo il campanile in stile romanico, uno degli esempi più belli, assieme a quello di San Magno a Legnano e di San Michele a Busto Arsizio, di architettura padana medievale. I decori sono dovuti alla visita pastorale del cardinale Ferrari nel 1901. La chiesa è stata restaurata nel 1976.
Tra i vari monumenti presenti nel paese è particolarmente significativa la Torre Colombera del XII secolo, situata nel Canton Lombardo. A differenza della Torre Colombera ad uso residenziale presente nell’area dell’ex-obbedienzieria, questa torre ha svolto un’importante funzione difensiva, come dimostrano lo spessore delle murature perimetrali e la mancanza di decorazioni pittoriche. E’ interessante la presenza di reperti romani utilizzati come materiali da costruzione. Nel corso della sua storia la Torre Colombera è stata utilizzata per diversi scopi e si possono perciò distinguere diverse fasi di utilizzo, come testimoniano alcuni elementi della costruzione quali, ad esempio, lo spessore delle murature. Ristrutturata da alcuni anni, la Torre Colombera è attualmente utilizzata come struttura espositiva per le mostre realizzate dalla Pro Loco e dalla Fondazione Torre Colombera.
Interessante esempio di architettura è l’ex-palazzo Negroni-Casati, che, dal 1923, ospita il Municipio; il palazzo è stato abitato soprattutto dai Terzaghi (dal 1650 al 1857), dapprima come feudatari, poi come principali proprietari terrieri (precedentemente apparteneva alla famiglia varesina dei Frotta). Definito come “casa dei nobili”, l’edificio è improntato a uno stile sobrio che si riscontra nello scalone che, dall’androne a piano terreno, sale al piano superiore: le pareti non presentano segni decorativi e il soffitto voltato a padiglione è privo dei riferimenti tipici delle case nobiliari. L’ala più antica si distingue dall’esterno per la superficie muraria liscia. Sebbene l’edificio fosse censito come “casa di villeggiatura” dei Terzaghi, collegata alla retrostante azienda agricola, la forma e la soluzione adottata non seguono gli schemi delle ville; questo probabilmente data l’impossibilità di altre soluzioni.
Infine si segnala un oratorio campestre, la Cappella Baraggiola, che si trova a pochi metri dal confine con Gorla Minore, nella località chiamata appunto “Baraggiola”. Nato originariamente come luogo di preghiera, fu eretto probabilmente per propiziare la bonifica a scopi agricoli dell’area. Difficile risalire con esattezza alla sua costruzione (tra il 1520 e il 1597), a chi fosse dedicato e chi ne avesse sostenuto le spese; dai dati del XVIII secolo si sa solo che il terreno su cui sorge apparteneva al Beneficio della Beata Vergine del Rosario, istituito da un Ferioli presso la chiesa di San Lorenzo in Gorla Minore. L’ipotesi che la chiesetta fosse della famiglia Terzaghi non è provata dai documenti, ma questo non toglie che dai loro rappresentanti sia stato scelto il pittore per affrescare l’interno dell’edificio. Dal punto di vista architettonico la costruzione è molto semplice. Recentemente l’oratorio è stato chiuso lasciando una finestra in alto. All’interno l’oratorio era completamente affrescato, all’esterno invece solamente la facciata occidentale, dove ora è l’ingresso, presentava degli affreschi. Oggi è visibile circa la metà dei decori.
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